Sicuramente vi chiederete: cosa può mai legare la Comunicazione Digitale con la Giornata della Memoria?
In realtà ci sono molti elementi che accomunano questi due temi, uno di questi, e che ricorre in modo molto forte in questa giornata è sicuramente il Diario di Anna Frank. Un disperato bisogno di comunicare presente anche nel 1942, quando un diario segreto, divenne un mezzo per esternare i suoi pensieri, le sue emozioni, i conflitti interiori tipici della sua età.
Se fino agli anni Novanta, custodire un diario segreto era nella Top Ten delle cose che le tredicenni conservavano nel cassetto della propria scrivania, con un lucchetto rigorosamente chiuso a chiave, oggi il pudore e la privacy hanno lasciato ampio spazio a video senza veli, a frasi fatte molto spesso estrapolate dai propri influencer.
Gli sfoghi adolescenziali vengono urlati attraverso i social network, purtroppo non solo attraverso le parole e diventano sempre di più un modo per sentirsi meno soli e per attirare l’attenzione.
Il feroce esibizionismo rischia di diventare veramente pericoloso: sempre più spesso ascoltiamo storie di ragazzi che commettono reati per poi renderli pubblici sui canali web più seguiti. Tutto ciò non significa voler demonizzare la rete e ancora meno i social network: questi infatti ci hanno regalato la possibilità di ampliare il nostro modo di comunicare, ma purtroppo molto spesso il confine viene superato, e si perde di vista ciò che deve continuare ad essere privato con ciò che invece può essere messo sotto i riflettori.
In un mondo in continua evoluzione, la capacità di essere presente all’interno di uno spazio sempre più in grado di unire, che abbatte le distanze e i problemi di comunicazione, è sicuramente un ottimo modo per poter raggiungere i propri obiettivi, sia personali che aziendali. I social network nascono come strumento Social, in cui io racconto il mio modo di essere e influenzo la società, ma si sviluppano diventando anche un fenomeno culturale e soprattutto economico.
Anche questo, un tema ben collegato alla Giornata della Memoria.
Eva infatti è una ragazzina di 13 anni, vissuta durante la seconda guerra mondiale, uccisa ad Auschwitz nel 1944. Eva, è l’Anna Frank di Instagram, e da un’idea dell’esperto israeliano di hi-tech Mati Kochavi, nasce il progetto Eva.stories.
Insieme alla figlia, Mati racconta, attraverso filmati in costume d’epoca, la vita e la morte di Eva, dal 13 febbraio fino al 30 maggio del 1944, con l’obiettivo di rivolgersi ai più giovani.
“Nell’era digitale, il livello di attenzione è basso ma il livello di coinvolgimento emotivo è molto alto e, diminuendo il numero dei sopravvissuti alla shoah, è importante trovare nuovi modi di far conoscere, nuovi modelli di testimonianza e memoria”, ha spiegato Kochavi.
La Comunicazione Digitale, concludendo, è un importantissimo strumento di diffusione e di divulgazione, che deve essere utilizzato per aumentare e incrementare il proprio business, e può essere un punto di forza anche per i più giovani; ma deve continuare ad essere un modo diverso di approcciarsi alla vita e alle conoscenze sociali, senza mai prendere il sopravvento sui rapporti interpersonali reali.