L’influencer è colui che, attraverso i canali social (pagine facebook, instagram, twitter), è in grado di “influenzare” i mercati a cui si riferiscono, i gusti e i consumi del pubblico che lo segue.
Una nuova tendenza che ha portato i più “social” a farsi un nome, a crearsi un lavoro e, diciamocela tutta, anche a guadagnare cifre stratosferiche.
Quelle che ovviamente ci guadagnano, oltre all’ influencer stesso, sono le aziende e i brand che vengono pubblicizzati e “visualizzati”, diventando inevitabilmente di tendenza.
Gli influencer sono delle vere e proprie vetrine per le aziende, pagati per pubblicizzare i propri prodotti sul loro profilo con un post specifico. Questo fenomeno è diventato talmente grande, da indurre Instagram a introdurre un Tag che chiarisca all’utente che quello è un post sponsorizzato, e quindi pagato da un’azienda.
Recentemente è nata una nuova figura di tendenza, il nanoinfluencer o microinfluencer. Persone con meno di 10 mila seguaci sui social network, a cui basta avere il prodotto gratis per creare dei post pubblicitari senza essere pagati. I microinfluencer, avendo poche migliaia di seguaci, hanno un rapporto più diretto con il pubblico rispetto agli influencer seguiti da più di 500mila persone. Insomma, una sorta di testimonial, affidabile e seguito, che non può far altro che aumentare la visibilità dell’azienda che decide di investire su di lui.
Tra i post dei nanoinfluencer però, a differenza di quelli pubblicati dagli influencer è difficile trovarne con il tag “pubblicizzato”, e questo ha contribuito a creare il fenomeno della finta pubblicità.
Infatti, se da un lato i Social Media sono riusciti a creare dei veri e propri “mostri” del web, citando il post della blogger Sara Melotti, dall’altro lato migliaia di persone hanno iniziato ad usare i propri account falsando i numeri della propria audience con il solo scopo di arrivare a raggiungere lo status di influencer.
Essere pagati per pubblicizzare dei prodotti sui social network è diventato sinonimo di fama, popolarità e prestigio, ma siccome non è così semplice farsi notare ed essere scelti per pubblicizzare dei prodotti, alcuni lo fanno gratis e senza essere stati ingaggiati, nella speranza di essere notati. E’ il caso dei Wannabe Influencer, cioè persone che vorrebbero fare gli influencer ma con scarsi risultati e soprattutto con capacità molto scadenti. Vuoi perchè non sa fotografare, vuoi perchè non sa scrivere e comunicare, il wannabe influencer non riesce a coinvolgere l’aspirante pubblico e a trovarne di nuovo.
Il fake influencer, è invece un vero e proprio truffatore. E’ colui che, per essere pagato dalle aziende, “pompa” notevolmente i propri numeri e le proprie statistiche. Acquista finte interazioni sul web (like, condivisioni e numero di followers) confondendo il brand che decide di investire su di lui.
Oggi l’influencer marketing fraud è diventato un vero e proprio problema, cresciuto esponenzialmente e ormai fuori controllo. Gli esperti di comunicazione hanno imparato a truffare l’algoritmo di instagram, portando alla sua crescita non più organica (ossia naturale). Comprando i mi piace, guadagnando più di 100 followers al giorno, purtroppo si gioca sporco, e si riesce ad offrire alle aziende la garanzia che tutte le interazioni sono vere: una vera e propria truffa.
Concludendo, quello dell’ influencer è un lavoro che richiede tempo, capacità, preparazione e dedizione. Se avete voglia di provare ad essere seguiti sui social non abbiate fretta: lavorare sodo e costruire un pubblico richiede tempo, ma i risultati non saranno vani.